Nuova collaborazione Casa della poesia e il Fatto Quotidiano
04/04/2011

l-amore-disinterrato-e-altre-poesie Estratto

L'amore disinterrato e altre poesie Il linguaggio di Jorge Enrique Adoum, manifesta esuberanza verbale, ampio repiro, tono colloquiale profondamente antilirico, straordinariamente demistificatore e espressamente sperimentale che contribuisce alla ricerca di nuove forme per raccontare e sopportare la solitudine propria dell'essere umano. Un'ampia antologia di uno dei maggiori autori dell'America Latina.
l-amore-disinterrato
L'amore disinterrato e altre poesie 2002 88 – 86203 – 35 – 7 180 Altre Americhe Raffaella Marzano Raffaella Marzano
15,00 €
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LE VITE COMUNICANTI

andò al lavoro con il sapore della malanotte
il capo lo trattò da comunista e negro
mangiò un panino al prosciutto sottilissimo
tornò all’ufficio carcere o canile
parparlò di che per cosa con chi
scrisse le stesse lettere di ieri per un qualche giorno
andò in banca a mendicare un sacco due mesi medicine
lo maltrattarono sui trasporti pubblici
e avanzò a piedi sotto la pioggia fitta
però lei lo chiamò la notte e gli lesse il suo scritto
“andò al lavoro maltravagliato dalla malanotte
fu preso a calci in faccia dal suo capo
mangiò un panino di vuoti e vuoto
tornò bue involontario al mattatoio
parlò di tutto e nulla con uno e con nessuno
scrisse lettere di altri per altri altri
in banca lo trattarono da terzo mondo
nei trasporti pubblici nessuno parlava con qualcuno
attraversò questa notte la vita sotto la luna piena
e preparò la festa della carne doppia
(questa è anche un’autenticuna verità di poesia)”
allora seppe che sempre era stato
un pocoautore di tutte le sue poesie

*

fece il letto che aveva rivoltato la notte
lavò le tazze della magra colazione
passò l’aspiratore di stracci per la casa
lavò la camicia le calze i fazzoletti
preparò il pranzo per sopramorire il pomeriggio
lavò i piatti i coperti inservibili
cucì bottoni nei pantaloni languidi
lasciò tempo per fare compere per fare da mangiare
e lavò le casseruole del già vissuto
però lui la chiamò quella notte e le lesse il suo scritto:
“rifece il letto che disfece la notte
lavò nelle tazze i sorsi gli sbadigli
aspirò la polvere delle cose della casa
lavò l’odore di entrambi incollato sulla sua camicia
fu regina una mattina almeno nella cucina?
prolungò nella tavola le scadenze quotidiane
lavò nelle casseruole i resti di futuro
mise alcuni bottoni in mancanza di monete
andò alla macelleria chiesa pulita
e preparò la doppia festa della carne
(anche questa è unicautentica veritàdura di poesia)”
allora ella seppe che sempre era stata
un pocoautrice di tutte le sue poesie