Leggere questo nuovo libro di Maram al-Masri, nella fluida ed efficace versione italiana che l’autrice ne ha fatto insieme a Raffaella Marzano, è stato per me come entrare in un giardino lussureggiante, pieno di fiori e di aromi, di alberi e di fontane, di ceste di arance e di siepi di gelsomini, dove uno spirito di donna canta e danza cercando la pace nella propria libertà. Lo spirito è però anche carne. E la voce che canta non è soltanto dolce. È potente, è drammatica, conosce privazioni e solitudini. Eppure danza e canta, e ama.
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Una regina senza corona, una sultana senza scettro, una schiava innamorata dei profumi di Damasco, dal corpo solare e ardente come il primo desiderio, ritorna come l’alba dopo una notte d’amore, morbida come le dita di un neonato, e danza e canta. È una sovrana che non ha dominio che sulle parole, è una donna di lettere e parole, ma anche una donna di lava e montagne, di cenere e fiamme, di piacere e dolore, di saggezza e follia. L’universo è in
lei.
– Giuseppe Conte