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04/04/2011

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Willem van Toorn Olanda olandese Willem van Toorn è nato ad Amsterdam nel 1935. Ha studiato Chimica e Letteratura Olandese e ha lavorato come insegnante presso scuole elementari e medie; dal 1989 al 1992 è stato docente presso il Dipartimento di Studi culturali dell’Università di Amsterdam.
Dal 1959 ha pubblicato un gran numero di romanzi, raccolte di poesie e saggi; i più recenti libri sono: De rivier (Il fiume, romanzo 1999), Poesie 1960-1997 (2001), Haarlem Station (novella 2002), Les très riches heures (poesie 2003).
Van Toorn ha tradotto Stefan Zweig, Klaus Mann e Franz Kafka dal tedesco, Isherwood, Updike e Doctorow dall'inglese e Franco Loi e Cesare Pavese dall'italiano.

Ha preso parte a "Il cammino delle comete" (Pistoia, 2003) e agli Incontri internazionali di poesia di Sarajevo nel 2009.
Opere

* De toeschouwers (roman, 1963)
* Twee dagreizen (roman, 1969)
* Bataafsche Arcadia (verhalen, 1974)
* Herhaalde wandeling. Gedichten 1960-1975 (1977)
* De lotgevallen van Sebastiaan Terts (roman, 1978)
* Een kraai bij Siena (gedichten, 1979)
* Een opstand. Een keuze uit de verhalen (1980)
* Pestvogels en andere verhalen (1980)
* Het landleven (gedichten, 1981)
* Gulliver en andere gedichten (1985)
* Omtrent Kapelaan en andere verhalen (1985)
* Een leeg landschap (roman, 1988)
* De aardse republiek (gedichten, 1988)
* Een dichteres van Malta. Vier verhalen, een toneeltekst en een interview (1988)
* Rooie (jeugdboek, 1991)
* Eiland (gedichten, 1991)
* Het verhaal van een middag (roman, 1994)
* Dooltuin (gedichten, 1995)
* Tegen de tijd (gedichten, 1997)
* Heer doos (Jeugdboek, 1997)
* Leesbaar landschap (essay, 1998)
* De rivier (roman, 1999)
* Gedichten 1960-1997 (2001)
* Het stuwmeer (gedichten, 2004)
* Stoom (roman, 2005)
* Contrapunten (gedichten, in samenwerking met Cees Andriessen, 2008)
* De hofreis (gedichten, 2009)
* De geur van gedroogde appels (verhalenbundel, 2010)

Premi

* 1982: Jan Campertprijs voor Het landleven
* 1992: Herman Gorterprijs voor Eiland
Richiamo qui di proposito la sottigliezza analitica e la trasparenza di colore della pittura fiamminga, per avventurarmi nelle pagine di questo libro e nei suoi paesaggi, insieme fisici e mentali, adagiati tra le regioni settentrionali del Brabante e la distesa del polder fin dentro il mare, dove i Paesi Bassi si protendono sia pure difesi dalle dighe quasi alla deriva nel cuore dell'ignoto. Sono paesaggi colti, "nel riflesso sulla carta" o sulla pupilla di un compagno di strada, dall'autore che li fissa e vi si specchia. Come la terra entra dentro il mare, così Villem van Toorn penetra nel paesaggio naturale come dentro una donna, con il corpo e con la mente, fisicamente e per via di immaginario, consapevole che il simbolo è sempre l'assassino della cosa, eppure fedele alla realtà "reale" delle cose. E, da vero fiammingo, costruisce le sue "scatole di immagini" con la stessa precisione dei maestri antichi: la sua analisi lenticolare si innesta su di un eccezionale rigore ed equilibrio compositivo che realizzano nella sintesi una perfetta coincidenza delle possibilità espressive (di luce e colore, oltre che di musica e di senso) delle parole. Il risalto plastico delle immagini ottiene effetti di più tesa drammaticità proprio nell'equilibrio e la ricomposizione della realtà attraverso il supremo artificio, in una nuova aurorale immanenza delle parole, svela dentro ai calcoli matematici e alle esatte proporzioni geometriche, con una potente musica sincopata del verso, la verità nuda della vita. È, ogni volta, l'illuminazione di un attimo dentro la scena della poesia e suscita nel lettore, ogni volta, la meraviglia e lo sgomento della scoperta.

Paolo Ruffilli