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04/04/2011

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Amiri Baraka
Poeta, narratore, scrittore di teatro, saggista, critico musicale, editore e attivista politico: questi sono i volti di Amiri Baraka, alias LeRoi Jones. Nato a Newark, in New Jersey, dopo gli studi universitari e alcuni anni nell’aviazione americana, si trasferì a New York dove frequentò negli anni Sessanta i circolo artistici del Greenwich Village. Insieme alla moglie diresse la rivista letteraria d’avanguardia “Yugen” e fondò la casa editrice Totem Press, dove uscirono, fra l’altro, le prime opere di Allen Ginsberg e Jack Kerouac. Il suo libro d’esordio, Preface to a Twenty-Volume Suicide Note (Prefazione a una nota suicida in venti volumi) è del 1961. Del 1963 è il suo celebre studio sulla storia della musica afroamericana, Blues People (il popolo del blues, 1963), di cui è uscita una nuova edizione italiana nel 203. Con il dramma Dutchman and the Slave (“L’Olandese e lo schiavo”), rappresentato al Cherry Lane Theatre di New York nel 1964 e vincitore di un premio per la migliore opera off Broadway, si affermò come autore di teatro. Nel 1965, a seguito dell’assassinio di Malcom X, diede una svolta radicale alla sua vita, rompendo il matrimonia e trasferendosi ad Harlem dove fondò il Black Arts repertory Theatre. Nel 1967 sposò la poetessa afroamericana Sylvia Robinson (Amina Baraka) e a Newark diede vita alla compagnia Spirit House che mise in scena opere di Baraka, ormai vicino al partito delle antere Nere, con forti connotazioni politiche. Nel 1968 divenne musulmano e prese il nome Amiri Baraka mettendosi a capo della sua organizzazione musulmana Kawaida come imamu (leader spirituale), un titolo che abbandonò negli anni Settanta avvicinandosi alla filosofia marxista. È stato anche il fondatore del Congress of African People, un’organizzazione panafricana. Baraka, a cui sono andati numerosi riconoscimenti, ha insegnato in diverse università e ha conquistato con i suoi reading un pubblico internazionale. La sua poesia, partita con obiettivi puramente estetici, è andata via via riflettendo le sue scelte politiche e ha messo in questione il ruolo dell’arte e dell’artista. «Ho sempre pensato alla scrittura come ad un’arte morale – ha scritto Baraka –, vedo cioè l’artista come un moralista che esige una costruzione morale del mondo e chiede un’immagine più pulita della società». Nei suoi versi, che talvolta sembrano precorrere ritmi rap e hip-hop, è anche trasfusa la sua passione per il blues e il jazz.
Antonella Francini


(da La Biblioteca di Repubblica, Poesia straniera, Americana, 2004)
Amiri Baraka, nato nel 1934, a Newark, New Yersey, USA, è autore di più di 40 libri di saggi, poesie, teatro e storia e critica della musica, poeta icona e attivista politico rivoluzionario che ha recitato poesia e tenuto lezioni e conferenze si temi di politica e culturali negli USA, nei Caraibi, Africa ed Europa. Le influenze sul suo lavoro variano dagli orishaa musicali quali Ornette Coleman, John Coltrane, Thelonius Monk, e Sun Ra fino alla Rivoluzione Cubana, Malcolm X e i movimenti... amiri-baraka-1