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04/04/2011
Un bilancio
17/09/2002 Fabrizio Coscia Il Mattino

UN BILANCIO DI SERGIO IAGULLI, ORGANIZZATORE DELLA TRE GIORNI CONCLUSA AL MASCHIO ANGIOINO Dopo il successo il festival della poesia punta all’Europa I versi di Etel Adnan vestiti a lutto per la tragedia di Jenin, nel silenzio commosso del pubblico; l'omaggio di Jorge Enrique Adoum al comandante Che Guevara; i saluti telefonici di Luis Sepùlveda, con la sua dichiarazione d'amore per Napoli; le note di «Luna Rossa» che salutano Izet Sarjlic, presente più che mai, nonostante la sua recente scomparsa; l'energia (e l'ironia) provocatoria di Toni Harrison; l'11 settembre urlato da Jack Hirschmann: cartoline da «Napolipoesia. Incontri internazionali», che per tre notti ha sparso emozioni tra il pubblico napoletano con la sola forza della poesia. Creatura di una piccola casa editrice di Salerno (Casa della poesia/Multimedia edizioni), che con tenacia e passione vi ha dedicato tutti i suoi sforzi produttivi, la manifestazione, alla sua terza edizione, si è confermata una realtà ormai consolidata, con una sua identità ben precisa. «La nostra forza - spiega Sergio Iagulli, direttore della manifestazione con Raffaella Marzano - sta tutta nella capacità di creare tra i partecipanti una vera famiglia poetica, un'atmosfera e un modo di lavorare insieme che si comunica anche al pubblico con immediatezza, senza inutili fronzoli, senza mediazioni». Ma quali sono le potenzialità di un festival che continua a crescere e che ambisce a porsi come punto di riferimento a livello nazionale, e non solo (il prossimo 11, 12 e 13 ottobre Napolipoesia si sposta, infatti, a Sarajevo per un omaggio a Sarajlic)? «È tempo di bilanci. È il momento di decidere quale sarà il futuro di Napolipoesia, che cosa fare di una manifestazione che ha in sé potenzialità enormi, ma che forse sarebbe inutile e sprecato continuare a riproporre in questo modo. La risposta può venire solo dalle istituzioni, che dovrebbero trasformare Napolipoesia nel festival della poesia internazionale di Napoli, a tutti gli effetti. Noi ci mettiamo tutto il nostro impegno e la nostra professionalità, ma le istituzioni devono fare la propria parte: i finanziamenti non bastano, bisogna che ci si riconosca in questo festival, che può diventare uno dei più importanti d'Europa. In questi tre giorni è venuta gente da tutta Italia solo per assistere alla manifestazione. La città ha risposto in maniera straordinaria, con un calore che solo i napoletani sanno dare. Toni Harrison, per citare solo uno dei poeti, che partecipa a reading in tutto il mondo, è partito da Napoli assolutamente entusiasta del Festival e dell'accoglienza del pubblico. Sarebbe veramente un peccato non sfruttare questa grande occasione». Un poeta che ancora manca all'appello di Napolipoesia? «Intanto spero che il prossimo anno Luis Sepùlveda sia dei nostri, come ci ha promesso. E poi mi piacerebbe avere Mario Benedetti, uno dei miei poeti preferiti. Non sarà facile, considerati i suoi 82 anni, ma non dispero di riuscire a convincerlo». Fabrizio Coscia Un bilancio Testata:Il Mattino Data:17/9/2002 Autore:Fabrizio Coscia