In principio fu un fatto di cronaca: il dramma quotidiano, e quasi banale, d’una bambina assassinata dal padre.
Bisognava essere Ismaël Aït Djafer per farne un poema. E che poema! Un lungo grido di dolore, così violento che vi si poteva leggere, a pensarci bene, l’imminenza d’una tempesta, l’annuncio d’un novembre [il 1° novembre 1954 iniziò la lotta di liberazione, N.d.t.].
Questo compianto basta da solo a fare di Aït Djafer un poeta.
Kateb Yacine
Perché scrivere nella lingua del colonizzatore? La risposta più semplice e interessante è del poeta marocchino Abdellatif Lâabi secondo cui questa letteratura sarebbe “una sorta d’immensa lettera aperta all’Occidente, i cahiers maghrébins de doléances, se vogliamo”. Lettera aperta, messaggio in una bottiglia, avvertimento (ma non minaccia)…
Gianluca Paciucci
Come il lettore scoprirà ben presto, il significato politico del Compianto, la sua umanità, parla al nucleo stesso della sopravvivenza e dell'esistenza di oggi.
Per il povero in ciascuno di noi, il Compianto piange. Lasciate che le orecchie nei vostri occhi ascoltino ora il lamento di Djafer.
Jack Hirschman