Nuova collaborazione Casa della poesia e il Fatto Quotidiano
04/04/2011
Il caffè El café
“Olio mortuario”
lo chiamò César Vallejo.
Tuttavia il caffè è una parte della notte
la parte più sveglia, quella che s’allontana dal sonno
la parte tenebrosa.
Latte nero, il caffè, latte d’ombra, cibo per mostri
vino assurdo dell’autunno
acqua dell’odio.
Per stare svegli, per vigilare, per uccidersi
il caffè.
Liquido nero.
Nell’anima non c’è posto per la gioia.
Si prende il caffè, la sua veglia eretta
la sua voce rauca
il suo cuore nero.
Si prende il caffè, la sua efficienza.
Una tazza di caffè, una tazzina
un sorso.
Si beve il caffè. Una dose.
Il caffè. Un poco.
Al mattino l’urlo del caffè, il suo urlo scuro
al mattino,
quando bisogna svegliarsi
l’urlo del caffè
un gallo liquido.
Il suo canto nero.
“Aceite funéreo”,
lo llamó César Vallejo.
Sin embargo el café es una parte de la noche
la parte más despierta, la que se aleja del sueño
la parte tenebrosa.
Leche negra, el café, leche de sombra, alimento de monstruos
vino absurdo del otoño
agua del odio.
Para estar despierto, para vigilar, para matarse
el café.
Líquido negro.
En el alma no hay lugar para la dicha.
Se toma el café, su vigilia erecta
su ronca voz
su corazón negro.
Se toma el café, su eficiencia.
Una taza de café, un pocillo
un sorbo.
Se toma el café. Una dosis.
El café. Un poco.
A la mañana, el grito del café, su grito oscuro
a la mañana,
cuando hay que despertarse
el grito del café
un gallo líquido.
Su canto negro.
Alessio Brandolini