Nuova collaborazione Casa della poesia e il Fatto Quotidiano
04/04/2011
La curva Kavis
Adori i suoi piedi. La sua pianta ricurva.
La sua caviglia tanto forte che non farà male neanche un poco
Nel toccare il pavimento...in fin dei conti, le sirene non possono mostrare
Il dolore che sentono ogni volte che camminano sulla terraferma.
Lei inclina la testa con quei suoi capelli inafferrabili e guarda con sorpresa
i suoi piedi attraverso i tuoi occhi. E anche il modo in cui girano su se stesse
Le parole pronunciate al contrario
come le curve di un hula hoop... adori
il bordo dell’ombra madreperlata delle sue unghie. Le sue gambe slanciate
che si allargano appena e salgono al polpaccio
che ti ricordano in certi punti l’ala di un uccello bianco con le piume gialle
Le sue dita dei piedi ti emozionano come se dovessero prendere il volo da un momento all’altro.
Eppure non volano. Lei cammina sul terreno diritta e diritto. Quasi rigida.
E si allontana senza indecisione ...disegnando una curva
verso di te, mentre si fa sempre più distante sulla sabbia
- adori il modo in cui nascode i talloni alla tua vista.
Ayaklarına tapıyorsun. Kavisli tabanına.
Yere basarken hiçbir ağrı duymayacak kadar sağlam
ayakbileğine... Karaya her basışında
çektiği sızıyı belli edemez ki denizkızları.
Yakamoz saçlı başını eğip hayretle bakıyor ayaklarına
senin gözlerinden. Bir o bir bu yöne
dönüyor tersinden söylenmiş sözcükler
çember çeviren kavislerle... Sedef gölgeli
ayaktırnaklar’nın kesimine tapıyorsun. Hafifçe genişleyip
baldırına yükselen ince yapılı bacaklarına…
Yer yer sarı tüylü beyaz bir kuşun kanadını andıran
ayakparmakları her an uçacakmışçasına heyecan veriyor sana.
Oysa uçmuyor. Dik ve düz basıyor yere. Nerdeyse kaskatı.
Ve hiç sendelemeden gidiyor... Kavis çizerek
sana doğru, uzaklaşırken kumsalda –
Tapıyorsun ayaktopuğ’nu senden gizleyişine.
Ivana Varunek