Nuova collaborazione Casa della poesia e il Fatto Quotidiano
04/04/2011

Te decet hymnus

Te decet hymnus
A quello che sarà, o più non sarà.
A chi spasima più per più non essere.
A chi più filo no, non ha per tessere.
A chi polvere, fumo, a chi non ha.
Per questa notte sola, solo un canto.
Persona senza io, senza alcun vanto.
Per vivere lumina nella notte.
Per me, per voi, spossati dalle lotte.
Per chi si sfa da solo, e non si trova.
Per quelli che non hanno l’intrapresa.
Per ogni veste resa tutta arresa.
Per chi non ha, non è, niente lo cova.
Infine a tutto quello che commuove.
A quel mondo che lascio, alle sue prove.
A te l’inno si deve, senza pianto
Per la pietà, per il mio arreso schianto. –
(da. "Resto di me")