Nuova collaborazione Casa della poesia e il Fatto Quotidiano
04/04/2011
Poker Poker
Eravamo in cinque a giocare quella notte,
Padge, Kieran, Neal ed io -
E, disteso nella sua bara, Zio Charlie.
Abbiamo giocato una mano per lui ogni volta
ed abbiamo puntato a turno per lui,
rinunciando alle sue perdite, dividendo le sue vincite,
tanto a che gli sarebbero serviti i soldi?
Cosa poteva vincere se non la vita?
Eppure, eravamo in cinque a giocare quella notte
e quando ci fermammo era l'alba.
Gli lasciammo le carte
per ricordargli quel gioco, per sempre
e Padge, Kieran, Neal ed io
ritornammo ai nostri letti
e dormimmo finché non lo seppellimmo,
poi continuammo a giocare finché dovemmo convenire
che le buone partite erano andate con lo Zio Charlie.
There were five of us playing that night,
Padge, Kieran, Neal and me -
and, stretched out in his coffin, Uncle Charlie.
We dealt him a hand each time
and took it in turns to bet for him,
waiving his losses, pooling his wins,
for what good were coins to him?
What could he win but his life?
Still, five of us played that night
and when we stopped it was daylight.
We left the cards with him
to remind him, forever, of that game
and Padge, Kieran, Neal and me
went up the road to our beds
and slept until we buried him,
then played until we had to agree
the good hands had gone with Uncle Charlie.
Raffaella Marzano