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04/04/2011

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Samih al Qasim Palestina arabo Nato da famiglia di religione drusa nel 1939 a Zarqa’, Samih al-Qasim, ha vissuto in Galilea e studiato a Nazareth. Insieme a Mahmud Darwish e Tawfiq Zayyad ha aderito al Partito Comunista Israeliano (Rakah), è stato più volte imprigionato e assegnato a residenza coatta, nonché allontanato dall’insegnamento, a partire dall’occupazione israeliana del 1967. Ha pubblicato raccolte di poesie in Siria e Libano. Tradotto in più lingue europee, è stato incluso con Darwish e Zayyad nella prima antologia di letteratura della Resistenza palestinese, curata nel 1968 a Beirut da Ghassan Kanafani.
Samih al Qasim è sicuramente uno dei più famosi poeti palestinesi in patria e all’estero.
Diverse sue poesie nazionalistiche sono state messe in musica.
È direttore del giornale arabo-israeliano "Koull El Arab".
Nel 1999 ha preso parte a "Napolipoesia. Incontri internazionali".
Bibliografia essenziale

Slit Lips
Sons of War
Confession at Midday
Travel Tickets
Bats
Abandoning
The Story of a City
Conversation between Ear of Corn and Jerusalem Rose Thorn
How I became an Article
Story of the Unknown Man
End of a Discussion with a Jailer
The Will of a Man Dying in Exile
The Boring Orbit
The Clock on the Wall


Opere pubblicate in Italia

Versi in Galilea, 2006, Edizioni Q
Samih al-Qasim e la letteratura della Resistenza


Samih al-Qasim nasce nel 1939 nella città giordana di al-Zarqa, nel periodo in cui il padre era al servizio della Legione Araba del re Abdullah. Proveniente da una famiglia drusa originaria della città di Ramah nell’Alta Galilea, frequenta la scuola elementare qui per poi trasferirsi a Nazareth, dove conseguirà il diploma di scuola superiore. La sua famiglia non abbandonò la Palestina successivamente alla Nakba del 1948.

Al-Qasim ha collaborato con diverse testate giornalistiche tra cui le più importanti: al-Ittihad, al-Jadid, Index.

Oltre che per l’attività di giornalista e poeta, lo scrittore si è distinto anche per essere tra i più tenaci sostenitori dei diritti dei palestinesi, da sempre in prima linea nel contrastare la condotta politica del governo israeliano. Tale dissenso si manifesta chiaramente nel 1960, quando al-Qasim rifiuta di arruolarsi nell’esercito israeliano. Nel 1967 si unisce alle file del Partito Comunista Israeliano Hadash e al termine della “guerra dei sei giorni” viene detenuto a lungo insieme ad altri membri del partito e trasportato nella prigione di al-Damoun nella città di Haifa. A causa della sua militanza politica sarà arrestato diverse volte.

Attualmente lavora come giornalista ad Haifa dove è caporedattore del giornale arabo-israeliano Kull al-Arab.

Sul versante letterario, il nome di Samih al-Qasim si lega indissolubilmente alla “letteratura della Resistenza” (Adab al-Muqawama) che inaugura una nuova fase successivamente alla disfatta (Naksa) del 1967. In questa nuova fase emerge una tendenza poetica a trasporre il reale sul piano metafisico, gli scrittori attraverso le proprie opere mostrano il rifiuto di cedere alla rassegnazione continuando ad esprimere la vitalità dei palestinesi.

Una prima svolta nella letteratura araba vi fu nel 1948 quando il dramma del popolo palestinese si acuisce conseguentemente all’occupazione israeliana della Palestina. I poeti esprimono la rabbia e l’orgoglio di un popolo indifeso aggredito nella propria terra, le loro poesie si caricano di toni drammatici e di dolore incitando alla lotta contro il nemico e l’oppressore.

Al-Qasim si dedica alla poesia e al teatro per esprimere la sua visione della Palestina come emblema del mondo intero, in un linguaggio lineare vicino al dialetto. Insieme allo scrittore palestinese Mahmud Darwish è tra le voci più celebri della Resistenza palestinese, le sue poesie che è solito recitare di fronte ad un vasto pubblico, sono conosciute in tutto il mondo arabo.

Ha contribuito alla prima antologia di letteratura della Resistenza palestinese, insieme a Mahmud Darwish e Tawfiq Zayyad, curata nel 1968 a Beirut da Ghassan Kanafani. Dalla collaborazione con il poeta siriano Adonis e Darwish nasce un’altra opera dal titolo Victims of a map [Vittime di una mappa], pubblicata in inglese nel 1984. Nel 1990 viene pubblicata Ar-rasa’il (Le Epistole), una raccolta di lettere che testimonia dell’intensa corrispondenza che Samih al-Qasim intrattenne negli ultimi anni Ottanta con Mahmud Darwish:

Un conforto? Esiste sempre un lieto fine…non perderemo la speranza, almeno per le generazioni future. O caro amico, ci è sufficiente dipingere con l’ inchiostro dell’ anima e con il sangue della poesia una chiara freccia (spero che sia chiara), che indichi la direzione giusta verso il nostro carrubo, il nostro ulivo e i fiori della nostra splendente prugna
[Samih al-Qasim; ar- Ramah 29/06/1986]

La fine di questa notte non ha termine?...E il feto formato dentro questo utero infermo, ha potuto salvarsi dal malessere?...Io non propongo una risposta, ma torreggio su un deserto…Come si chiamerebbe l’ isola se si asciugasse il mare?...Non propongo una risposta, ma torreggio su un deserto
[Mahmud Darwish; Parigi 22/07/1986]

Recentemente ha pubblicato Versi in Galilea (A cura di W. Dahmash, Edizioni Q, Roma, 2005), la sua prima antologia di poesie pubblicata in italiano.



tratto da http://arabismo.it/?area=letteratura&menu=poesia&pag=samihalqasim