Nuova collaborazione Casa della poesia e il Fatto Quotidiano
04/04/2011
Padre Padre
I padri muoiono in inverno, tossiscono in inverno stancamente sensibili come treni che più non partiranno mentre scivolano sulla neve e tossiscono separandosi dalla vita con la stessa tenerezza con cui qualche volta tossirono accettando gli insulti. Uno sa quando comincia l’anno delle piogge dalla tosse di un padre quando le vacche chinano il cervello sui pascoli e tossiscono i frassini e le querce tossiscono salutando colui che presto arriverà alla terra accompagnato dalle maestre che insegnano a mettere la mano per tossire la severa tosse dei padri l’educazione dei giusti quando quella tosse è ormai nostra colpa e tossiscono i cardi bianchi i fiori azzurri e le orchidee selvatiche che nel boschetto intirizzito calpestano il capriolo e il cervo. I padri muoiono in inverno. La ferraglia si ossida nei cortili tremano stesi a terra i cani da caccia. Bianca è la tosse nei terribili metalli e nei rovi che non torneranno ad ardere. Tossiscono perché l’aria è entrata già morta in questo mondo e nessuna maestà ha diviso con la sua mano ossuta le noci in cui il bimbo ha posato la testa per non sentire le febbri che tossiscono nelle tempie del padre. Tossiscono i padri perché è giunto il loro ultimo inverno e ora solo dove ci fu amore il tordo porterà la sua corona dove canta. Oh, l’uccello è già qui sugli attrezzi con cui l’inverno costruisce il tetto. E i padri tossiscono senza dire altro, tossiscono baciando le tegole del sognato, le vanghe di legno, tossiscono, senza delicatezza tossiscono i padri . E se ne vanno, portano una palla rossa nella mano sottile, tossiscono nella città oscura quando continuano a tossire nei nostri petti, loro la testa più alta, rispondono qualcosa al merlo che fischia nel bosco.
Los padres mueren en invierno, tosen en invierno cansadamente sensitivos como trenes que ya no van a partir tosen mientras se deslizan sobre la nieve y tosen apartándose de la vida con la misma ternura con que alguna vez tosieron aceptando los insultos. Uno sabe donde comienza el año de las lluvias en la tos de un padre cuando las vacas inclinan su cerebro sobre los pastos y tosen los fresnos y los encinos tosen saludando al que pronto va a llegar a la tierra acompañado por las maestras que enseñan a poner la mano para toser la severa tos de los padres la educación de los justos cuando esa tos es ya nuestra culpa y tosen los cardos blancos las flores azules y los amores de dama que en la aterida arboleda pisan el corzo y el ciervo. Los padres mueren en invierno. La chatarra se oxida en los patios donde tiemblan tumbados los perros de caza. Blanca es la tos en los terribles metales y en las zarzas que no volverán a arder. Tosen porque el aire ha entrado ya muerto en este mundo y ninguna majestad ha partido con su mano huesuda las nueces donde el niño ha metido su cabeza para no oír las fiebres que tosen en las sienes del padre. Tosen los padres porque ha llegado su último invierno y ahora solo en donde hubo amor el tordo traerá su corona a donde canta el arándano. Oh, el ave ya está ahí sobre las herramientas con que el invierno construye el techo. Y los padres tosen sin decir otra cosa, tosen besando las tejas de lo soñado, las palas de madera, tosen, sin delicadeza tosen los padres. Y se van, llevan una bola roja en la mano delgada, tosen por la ciudad oscura cuando siguen tosiendo en nuestros pechos, ellos la cabeza más alta, algo contestan al mirlo que silba en el bosque.
Raffaella Marzano e Guadalupe Grande