Nuova collaborazione Casa della poesia e il Fatto Quotidiano
04/04/2011

Siamo pronti a parlare perché…

Siamo pronti a parlare perché…
noi abbiamo rifiutato l'accoglienza
noi trascuriamo le necessità
noi siamo stati accusati di sperare
noi siamo stati tentati/provocati
noi abbiamo segnali stabili
interfacce in collegamento col sangue
distinguiamo le voci e le tonalità nello scenario di tranelli subliminali
negli intervalli dell'informazione ascoltiamo parole senza ritorno
trasportiamo il cervello dissidente dentro la realtà dei prigionieri
e speriamo che non abbiano prove sufficienti
volentieri ammettiamo poesia e profezia
ma divinare non riguarda dio
ma conosciamo le frontiere da passare
dove si vende identità a basso prezzo
dove i relitti poetici sbiaditi mi hanno contagiato di noia
noia mortale con forti conseguenze
ma non sappiamo mantenere separata la passione
corpo
non ti abbandono corpo
neanche quando
mi sovrappesi sulla propria essenza
ma continuiamo
ma continuiamo
e viviamo la responsabilità di amare
e non ci manca amore sconfinato
anche se nessuno ci conforta
anche se saremo scoloriti di fatica
ma continuiamo
ma continuiamo
ma continuiamo
imitando l’abilità delle bestie
il passo spaventato di un animale braccato
il silenzio di preda
perché non crediamo alla chiamata
ma continuiamo
perché non mutano dinamiche assassine:
perché il fascismo ha violenza che conosci
perché mangia sputando
morde dissennato
vomita bile
mastica veleno
argomentando emana trascendenza
o sibilando mostra autorità
quel periodico nodo/dove stringe
non tollera esclusione
ed è tutto già pronto
condanne carcere e catene
ed anche la tragedia ripetuta
e dover obbedire
ma continuiamo
ma continuiamo
perché paghiamo ricordando
ma continuiamo
perché cerchiamo di non stare senza fiato
ma continuiamo
perché chiunque ci potrebbe rifiutare immunità
ma continuiamo
ma continuiamo
ma continuiamo
e qui vedere la differenza
ma continuiamo
ma continuiamo
ma continuiamo
ed è la strada per tornare nel deserto
ma continuiamo
ma continuiamo
ma continuiamo
e andiamo
ancora
perdendo
queste
parole