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04/04/2011

02/05/2016 "Bab'Aziz. Il principe che contemplava la sua anima" di Nacer Khemir a Casa della poesia

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"Bab'Aziz. Il principe che contemplava la sua anima" di Nacer Khemir a Casa della poesia 02/05/2016

Lunedì 2 maggio 2016, alle 20,30, proseguono le "visioni d'autore" a Casa della poesia (via Convento 21/a, Baronissi) con "Bab'Aziz. Il principe che contemplava la sua anima" (2005) del regista tunisino Nacer Khemir nel ciclo di proiezioni dedicate al cinema e al mondo arabo.
È il terzo film della Trilogia del deserto dopo "I figli delle mille e una notte" e "La collana perduta della colomba" diretti dallo stesso regista. Il tema principale del film è il sufismo, il misticismo islamico.

Bab'Aziz, un anziano derviscio cieco, e la sua nipotina Ishtar vagano insieme nel deserto alla ricerca di una grande riunione di dervisci che si tiene solo una volta ogni trent'anni in un luogo sconosciuto. Con la fede come unica guida, nel loro cammino attraverseranno per giorni l'esteso paesaggio arido. Per intrattenere Ishtar, Bab'Aziz racconta l'antica storia di un principe che ha abbandonato il suo regno e le sue ricchezze per rimanere accanto a uno specchio d'acqua nel deserto fissandolo nelle sue profondità, per contemplare la sua anima. I due incontrano poi altri viaggiatori, tra cui Osman, alla ricerca di una bella donna che ha incontrato dopo essere finito in fondo ad un pozzo, e Zaid, che cerca una giovane donna affascinante che è fuggita da lui dopo essere stata sedotta dalle sue canzoni.

Il regista Nacer Khemir ha voluto rappresentare nel film una visione diversa dell'Islam, in particolare del sufismo, dichiarando: "Vorrei spiegare con questa allegoria: se camminate a fianco di vostro padre e lui cade improvvisamente verso il basso, con la faccia nel fango, cosa fareste? Potreste aiutarlo a rialzarsi e pulire il suo viso con le vostre vesti. Il viso di mio padre sta per l'Islam, ed ho provato a pulirgli il volto con il mio film, mostrando una cultura islamica aperta, tollerante e accogliente, piena di amore e di saggezza... un Islam che è diverso da quello rappresentato dai media all'indomani del 9/11".

La sceneggiatura è stata scritta dallo stesso regista e dallo sceneggiatore Tonino Guerra, al suo penultimo film.

Riguardo al titolo il regista ha dichiarato: È vero che il Principe si specchia sulle acque, ma non vede il proprio volto, a differenza di Narciso, perché chi vede solo il suo riflesso nell'acqua è incapace di amare. Il principe contempla ciò che è invisibile, che è la sua stessa anima. Siamo tutti simili agli iceberg; solo un decimo di noi è visibile, mentre il resto giace sotto il mare. L'idea del "Principe" mi è venuta da una bella lastra che è stata dipinta in Iran nel 12° secolo. Si presenta con un principe in prossimità dell'acqua, e porta la seguente scritta "Il principe che contemplava la sua anima." Questa immagine mi ha colpito come qualcosa che dovevo costruire su di essa, motivo per cui mi sembrava ovvio che il film doveva essere girato in Iran.