Nuova collaborazione Casa della poesia e il Fatto Quotidiano
04/04/2011
Confessione Confession
Facemmo mesi di preparazione,
ma all’età di dieci anni non avremmo mai potuto
veramente capire come sarebbe
confessare i propri peccati a qualcuno.

Nei miei pantaloncini grigi, camicia
bianca inamidata e scarpe nere
lucidate, mi inginocchiai fra le panche
e mimai le parole delle preghiere che avevo dimenticato.

Mentre eravamo in fila per il confessionale,
guardai i miei genitori
che sembravano orgogliosi e preoccupati
come se fossi stato mandato in guerra.

La cabina di legno scolpita in modo ornamentale
odorava di lucido per le scarpe. Riuscivo a vedere attraverso
la griglia il profilo del prete irlandese accigliato
mentre chiedeva se avessi peccati da confessare.

Ci pensai un po’ e dissi “no”
E lui “Sei sicuro? Pensaci su!”
Cercai in ogni piega del mio cervello
e dissi “Mi dispiace non ho peccati da confessare”.

La sua voce si alzò mentre abbaiava
che “Siamo tutti peccatori e devi
confessare per essere perdonato. Hai avuto
pensieri impuri?” chiese.

Anche se non ne avevo mai avuti, pensai
che sarebbe stato meglio dirgli quello che voleva sentire.
“Uuuhhhh, si ho avuto pensieri impuri”
Mi chiese se avessi detto bugie o rubato.

“Uuuhhhh si ho detto bugie e ho rubato”.
E fu così che mi trovai ad inventare
un incredibile curriculum di peccati
completo di piccoli dettagli.

Più grande era il peccato, più
annuiva con la testa e si toccava
il mento. Mi disse di recitare
venti Ave Maria se volevo avere il perdono.

Poi mi portarono nella stanza accanto per prendere torta
e gelato. Guardai fuori
dalla finestra per vedere il mio migliore amico Sean Bailey
che strisciava per terra fra la polvere ed il terreno

Pensai wow deve aver confessato almeno
un assassinio. I suoi genitori lo trascinavano
strillando in macchina lo fecero sdraiare sul sedile posteriore
e andarono via

e tutto quello che pensai
fu che dopo tutto ciò
non aveva avuto nemmeno
la sua torta ed il suo gelato.
We had months of preparation,
but at age ten we could never
really understand how it would be
confessing your sins to someone.

In my grey shorts, starched
white shirt and black shoes buffed
to shine. I knelt between the pews
and mimed the words to prayers I forgot.

As we lined up for the confession booth,
I looked back at my parents
who looked proud and concerned
as if I were being sent off to war.

The ornately carved wooden booth
smelled like shoe polish. I could see through
the screen the Irish priest's scowling sillhouette
as he asked if I'd any sins to confess

I thought for a while and said "No"
He said "Are you sure? Think about it."
I searched every fold of my brain
and said "Sorry I have no sins to confess"

His voice rose as he barked
that "We are all sinners and you must
confess for forgiveness. Have you had
any unclean thoughts? He asked.

Even though I hadn't, I thought
that I'd better tell him what he wanted to hear.
"Uuuuhhh Yes I've had unclean thoughts"
He asked if I'd lied or I'd stolen.

"Uuhhh yes I've lied and I've stolen."
This is how I came to invent
an incredible resume of sins
complete with minor details.

The bigger the sin the more
he nodded his head and stroked
his chin. He told me to recite
twenty hail Marys if I wanted forgiveness

I was then led next door for cakes
and Ice cream. I peered outside
the window to see my best friend Sean Bailey
rolling around in the dust and gravel

I thought wow he must have confessed
to a murder. His parents dragged him
screaming to their car and let hiim lie
on the back seat and drove off

and all I thought
was after all that
he didn't even get
his cake and ice cream.
Raffaella Marzanbo