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04/04/2011

19/09/2002 Tre giorni di poesia sotto il Vesuvio

Tre giorni di poesia sotto il Vesuvio
19/09/2002 Michele Fumagallo Il Mattino

«Napoli Poesia» in memoria di Izet Sarajlic, con Erri De Luca, Jack Hirschman, Enrique Adoum, Etel Adnan... Successo meritato per la terza edizione di «Napoli Poesia», organizzata da Multimedia/Casa della Poesia e dall'assessorato alla cultura del Comune e terminata domenica sera al Maschio Angioino. Tre serate che hanno di nuovo portato la grande poesia a Napoli. Ora diventa sempre più urgente, soprattutto da parte amministrativa, una selezione degli appuntamenti di qualità in una città dove sembra prendere il sopravvento il contenitore purchessia. Nume tutelare di questa tre giorni di «Napoli Poesia» è stato Izet Sarajlic, il grande poeta bosniaco morto di recente e la cui memoria ha destato qui grande emozione. Dopo un bel video e l'omaggio dei musicisti con Luna rossa, canzone preferita da Izet, a ricordare Sarajlic è stato, tra gli altri, Erri De Luca che con il poeta aveva trattenuto una corrispondenza in parte letta qui. A Napoli è stata anche annunciata una prossima manifestazione, interamente dedicata a Sarajlic, che si terrà a Sarajevo nei giorni 11, 12 e 13 ottobre, e che vedrà la partecipazione di un nutrito gruppo di poeti. A catalizzare l'entusiasmo della prima serata è stata certamente l'esplosione di energia e vitalità della poetessa canadese Susan McMaster con i suoi versi sul desiderio e la crudeltà, sull'amore e il tradimento. Non meno entusiasmo ha registrato l'ecuadoregno Jorge Enrique Adoum con il suo breve poema su Che Guevara e la performance dell'inglese Tony Harrison che pubblica le sue poesie sul Cronicle. Mentre Jack Hirschman ha letto i suoi due Arcani sulle Twin Towers e sulla guerra, i due nativi americani Lance Henson e Carter Revard non hanno risparmiato, soprattutto quest'ultimo, una poesia molto dura verso l'amministrazione Usa. Grande suggestione ed emozione per il poemetto Stato d'assedio del palestinese Mahmud Darwish. Impossibilitato a venire per i noti avvenimenti della sua terra, Darwish è stato letto con grande eleganza dall'attore Enzo Salomone e la sua poesia è stata efficacemente sottolineata dall'apporto del nutrito gruppo di musicisti. Suggestiva è stata la recita di Michele Sovente, curioso poeta trilingue (italiano, latino, napoletano), che dai suoi Campi Flegrei getta il suo ironico e triste sguardo sul mondo. Dall'America, «non più felice» dopo lo spartiacque delle Twin Towers, alle straordinarie donne di Cuma («Ossute parlano donne dalle finestre / movendo seni e palpebre a lungo»), Sovente ha catturato il pubblico napoletano. Festeggiatissima, a conclusione della tre giorni, la poetessa libanese Etel Adnan, con i suoi 77 anni portati con grande dolcezza. Dal suo sviscerato amore per Majakovski («Majakovski dove sei? / Potrei venire a prenderti alla stazione. / Non dirmi, caro Vladimir, / che hai perso il mio indirizzo...») all'orrore per le stragi nei campi profughi mediorientali («Nessuno rimase vivo del campo / ma il tuono raggelò il bambino...»), all'amarezza per una vendetta che, in fondo, non si vuole («Abbiamo dunque diritto ad odiare / Ma non ci affrettiamo a stupide conclusioni»), Etel ha conquistato e magnetizzato il pubblico napoletano. Michele Fumagallo