Nuova collaborazione Casa della poesia e il Fatto Quotidiano
04/04/2011

Una ragazza svizzera

Una ragazza svizzera Girl From Switzerland
Alla cena tutti
tenevano tra le mani
un bicchiere di champagne o di vino bianco.

Tutti in fila, quegli omoni si avvicinavano
per stringermi la mano e salutarmi.
Qualcuno veniva per ascoltare le mie esperienze,
come ero uscita viva dalla tana dei trogloditi.
Qualcuno veniva per avere il mio autografo,
qualcuno per guardarmi con occhi pieni di ammirazione,
qualcuno per baciarmi, qualcuno per offrirmi dei fiori.

In mezzo a tutto questo
si avvicinò una ragazza coi capelli d’oro.
Non tese la mano.
Non voleva ascoltare le mie tristi storie,
disse che era venuta
solo per piangere un po’ con me.
Ed io sentii che tutto il Bramhaputra
si stava sollevando nei miei occhi, erodendo
l’argine del mio cuore.

Io dell’oriente,
e lei, dell’occidente,
avevamo pene della stessa profondità.
Io ero scura, e lei rosa pallido,
ma i nostri dolori erano dello stesso blu.
Prima di piangere non avemmo bisogno
di sentire le nostre esperienze.
Le conoscevamo fin troppo bene.

At the dinner party everyone
Held a glass of champagne or
White wine in their hand.

All in a row, the big guys came up
To shake my hand and greet me.
Some came to hear about my experiences,
How I came out alive
>From the troglodyte’s den.
Some came to get my autograph,
Some to look at me with wide-eyes admiration,
Some to kiss, some to offer flowers.

In the midst of all this
A girl with golden hair came up.
Not extending her hand.
Not wanting to hear my sad stories,
She said she had come
Just to weep with me for awhile.
And I felt that the entire Bramhaputra
Was rising in my eyes, eroding
The embankment of my heart.

I. from the east,
and she, from the west,
had pains that were equally deep.
I was dark, she a rosy white,
But our sorrows were equally blue.
Before we wept we did not have to
Hear about each others experiences.
We knew them too well.

Raffaella Marzano