Nuova collaborazione Casa della poesia e il Fatto Quotidiano
04/04/2011

Lettere da Sarajevo

Lettere da Sarajevo
1
Brutta e luce la fame, i denti
cibo non azzannano, ma la carne
delle labbra è divorata, e se il pane-luce
all’improvviso arrivasse a mordere,
in perpetuo solo sazia delle labbra
a brandelli. Così se avete fame
il messaggio che arriva è solo sangue.
2
Corpi tagliati in piazza nei Balcani,
nonostante la situazione gravissima
tensione, canarini in gabbia presenziavano
la fine bruciata della case, l’acqua
titillava i rubinetti, panni sui fili
restavano appesi alle finestre sgocciolando
dei corpi umani memoria di fantasmi.
3
Sarajevo caro mio,
bella Italia caro mio,
Terracini caro mio,
Ventotene caro mio,
dare soldi caro mio…
4
I morti animali da cortile
beccavano mangime in tv, il canto
delle galline dalla certa fine
non prevedeva nel ritmo la vendetta.
Il volo delle tortore d’oro
finito sull’antenna in dondolio
tentennava codette brillanti
azzerando al salto la luce dei canali.
Grigio diventava allora
lo schermo dell’insieme travestito.
5
Il mondo ogni giorno ricomincia
per teatro nudo della sua crudeltà
ricuce e scuce la bianca camicia,
ferito versa il sangue sbottonato
dei pianeti finora inascoltati.
È nei punti di sutura che si slabbra
il mondo e ogni giorno ricomincia…