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04/04/2011

Costernati, furenti Poesie

Costernati, furenti Costerados y rabiosos
Eccoci qui
costernati
furenti
per quanto questa morte
sia uno degli assurdi prevedibili
ci vergogniamo di ammirare
i quadri
le poltrone
i tappeti
di prendere una bottiglia dal frigorifero
di battere le tre lettere mondiali del tuo nome
sulla rigida macchina
che mai
mai ha avuto
il nastro così sbiadito
ci vergogniamo di avere freddo
e di avvicinarci alla stufa come sempre
di avere fame e di mangiare
di questa cosa così semplice
di aprire il giradischi ed ascoltare in silenzio
soprattutto se è un quartetto di Mozart
ci vergogniamo per il comfort
e l’asma ci fa vergognare
mentre tu comandante stai morendo
crivellato
favoloso
nitido
sei la nostra coscienza crivellata
dicono che ti hanno bruciato
con che fuoco
si possono bruciare le buone
buone notizie
l’irascibile tenerezza
che ci hai dato e hai preso
con la tua tosse
con il tuo fango
dicono che hanno cremato
tutta la tua vocazione
tranne un dito
basta per indicarci la strada
per accusare il mostro e i suoi tizzoni
per premere di nuovo i grilletti
eccoci qui
costernati
furenti
certo col tempo la plumbea
costernazione
ci passerà
la furia resterà
si farà più netta
sei morto
sei vivo
stai cadendo
sei nube
sei pioggia
sei stella
lì dove sei
se poi ci sei
se ci stai arrivando
approfitta finalmente
per respirare tranquillo
per riempire di cielo i tuoi polmoni
lì dove sei
se poi ci sei
se ci stai arrivando
sarà un peccato che non esista Dio
Ma ci saranno degli altri
certo che ci saranno altri
degni di riceverti
comandante


Montevideo, ottobre 1967
Así estamos
consternados
rabiosos
aunque esta muerte sea
uno de los absurdos previsibles
da vergüenza mirar
los cuadros
los sillones
las alfombras
sacar una botella del refrigerador
teclear las tres letras mundiales de tu nombre
en la rígida máquina
que nunca
nunca estuvo
con la cinta tan pálida
vergüenza tener frío
y arrimarse a la estufa como siempre
tener hambre y comer
esa cosa tan simple
abrir el tocadiscos y escuchar en silencio
sobre todo si es un cuarteto de Mozart
da vergüenza el confort
y el asma da vergüenza
cuando tú comandante estás cayendo
ametrallado
fabuloso
nítido
eres nuestra conciencia acribillada
dicen que te quemaron con qué fuego
van a quemar las buenas
buenas nuevas
la irascible ternura
que trajiste y llevaste
con tu tos
con tu barro
dicen que incineraron
toda tu vocación
menos un dedo
basta para mostrarnos el camino
para acusar al monstruo y sus tizones
para apretar de nuevo los gatillos
así estamos
consternados
rabiosos
claro que con el tiempo la plomiza
consternación
se nos ira pasando
la rabia quedará
se hará más limpia
estás muerto
estás vivo
estás cayendo
estás nube
estás lluvia
estás estrella
donde estés
si es que estás
si estás llegando
aprovecha por fin
a respirar tranquilo
a llenarte de cielo los pulmones
donde estés
si es que estás
si estás llegando
será una pena que no exista Dios
pero habrá otros
claro que habrá otros
dignos de recibirte
comandante.


Montevideo, octubre de 1967
Giancarlo Cavallo