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04/04/2011
La lacca Lak
Il destino mi rotola. Certe volte come un uovo. Altre volte
mi ruzzola per il pendio a suon di zampate. Urlo. Mi dibatto.
Impegno tutti i miei umori. Devo smetterla a ogni costo.
Il destino potrebbe smorzarmi, ne ho già avuto sentore. Se
il destino cessa di alitarci sull'anima, in un istante raggeliamo.
Ho vissuto giorni nell'orrendo terrore che il sole non sarebbe
più sorto. Che quello sarebbe stato il mio ultimo giorno.
Sentivo inesorabile la luce scivolarmi tra le dita, e se
nelle tasche non avessi avuto quarters a volontà, e se la voce
di Metka non fosse stata abbastanza dolce e gentile e concreta
e vera, l'anima sarebbe sfuggita dal corpo, come prima o
poi mi accadrà. Con la morte bisogna essere gentili. Tutto
sta insieme in un umido groppo. La nostra dimora, è da dove
veniamo. Siam vivi solo un istante. Finché la lacca s'asciuga.
Usoda me vali. Včasih kot jajce. Včasih me
s šapami lomasti po bregu. Kričim. Upiram se.
Ves svoj sok zastavim. Ne smem tega delati.
Usoda me lahko utrne, to sem že začutil. Če
nam usoda ne piha na dušo, zmrznemo v hipu.
Preživljal sem dneve v strašni grozi, da sonce
ne bo več vzšlo. Da je to moj poslednji dan.
Čutil sem, kako mi svetloba polzi iz rok, in če
ne bi imel v žepu dovolj quarterjev in bi Metkin
glas ne bil dovolj mil in prijazen in konkreten
in stvaren, bi mi duša ušla iz telesa, kot mi
enkrat bo. S smrtjo je treba biti prijazen. Vse
je skupaj v vlažnem cmoku. Domovanje je, od koder
smo. Živi smo samo za hip. Dokler se lak suši.
Daria Betocchi