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04/04/2011

21/03/2008 Francesco Napoli e la poesia Rassegna Stampa

Francesco Napoli e la poesia
21/03/2008 Rino Mele Cronache del Mezzogiorno

E' un critico raffinatissimo, di una sensibilità spinta all'estremo. Ha, con questo linguaggio trasparente fino a morire di silenzio, lo stesso rapporto che un bravo strumentista ha con la grande musica: sa quanto difficile sia interpretarla, ma quella è la sua celestiale dannazione. Francesco Napoli è un critico letterario che privilegia lo spazio stretto e mentale che è proprio della parola quando ascolta il proprio suono e tende a mostrarsi nel più puro dei nascondimenti, una semplice rima, la ripetizione di una torsione figurale, la civetta gridata di un'onomatopea. Torna con piacere a Salerno, che è la sua città, e sara a Baronissi venerdì a presentare negli spazi di Casa della Poesia i versi di Gianluca Paciucci e Giancarlo Cavallo, e poi sabato a farci incontrare le immagini di Ungaretti e la sua voce. Sabato mattina. E sarà una festa per tutti noi che abbiamo imparato tanto da quel modo arso di leggere: Ungaretti era una sorta di Apollo invecchiato e le parole facevano forza a liberarsi dalla sua passiione di assaporarle nell'esaltazione del loro significato, spezzava la sintassi e la ricostruiva spiegando le singole parole come bandiere nel vento che sembrava fermo.Sabato 22 marzo, dunque tutti a vedere insieme il giovane bravissimo critico e il fantasma vivo di un poeta, quegli occhi stretti che ancora ti guardano l'anima. "Stanotte, benché sia d'aprile, nevica sulla città" ricordo ne L'Allegria. Ma se proviamo a sentirlo dalla sua voce questo visionario frammento, la neve di primavera perde tutta la sua falsa quiete, diventa una siepe d'artigli, e quell'indicazione temporale (stanotte) è il nero scosceso in cui precipitiamo. Nella Casa della Poesia, fino a domenica, ci sono altre belle proposte, brevi film, cortometraggi, documenti del volto di poeti, molti già consumati dalla morte.