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04/04/2011

undefeated Estratto

Undefeated La parola può cambiare il mondo, specie quando essa è il riflesso scritto di un'azione compiuta o di una voce urlata contro le ingiustizie del mondo. Questa è la poesia di Polansky: lo specchio di un uomo che non ha mai permesso che gli eventi gli scorressero addosso, ma al contrario si è lasciato toccare e ferire dalla vita propria ed altrui.
undefeated
Undefeated 2009 88-86203-52-7 304 Altre Americhe Valentina Confido Valentina Confido
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SAM

Sparai a sua madre
dietro l’orecchio sinistro,
un colpo accidentale,
perché cambiò direzione
all’ultimo minuto.
Il figlio stava sul
suo corpo, cercando di
difenderla. Lo afferrai
con una mano
e lo infilai nella
borsa delle cartucce.
Aveva il corpo rosso
striato come un calabrone.
Lo portai a casa
quella notte per mostrarlo
ai bambini. Lui si nascose dietro
il frigorifero, aggrappandosi
al motore e non
uscì di lì per due giorni.
Chiamammo il nostro cinghiale Sam,
lo portai alla
nostra tenuta di campagna
dove stavamo costruendo
la nostra casa dei sogni e
costruii un recinto per lui.
Sam crebbe fino a pesare
150 chili. Perse le
striature e mise su un
manto grigio-nero con setole
come una spazzola d’acciaio. Le sue
zanne si curvavano in su sopra
il labbro superiore come due
sciabole a mezza luna.
Quando ci trasferimmo nella nostra
nuova casa lui mi seguiva
in giro per la tenuta,
sempre alle calcagna,
senza mai correre avanti.
I cani gli guaivano contro
ma non si avvicinavano. A Sam
piaceva inseguirli come
un cucciolo dietro un gomitolo di
spago. Quando fischiavo
tornava sempre indietro.
Diverse volte Sam è scappato
via. C’era un allevamento di maiali
lì vicino. Si poteva
sentire il puzzo quando il vento
soffiava dal mare.
Fu probabilmente allora che Sam
sentì l’odore delle scrofe, e
alla fine se ne andò per sempre.
Cercai per giorni,
chiamando il suo nome,
fischiando, sempre
da solo, mai con
i cani. Sapevo che Sam era
ancora lì. Vidi le sue
tracce nel letto inaridito
del fiume sotto casa nostra.
Tante notti Sam tornò
a stuzzicare i cani. Infilava
le zanne nelle grate di ferro,
facendoli impazzire. Quando
accendevo la luce in camera da letto,
Sam scappava sempre via.
Un anno dopo, Sam tornò
portando i suoi cuccioli. Otto
piccoli maialini. Tutti con
manto rosso e striature da
calabrone. Arrivarono
fino al muro del giardino.
Mentre Sam inseguiva i cani
noi coccolavamo i cuccioli.
Dopo che l’ultimo dei miei figli
partì per il college
mia moglie mi lasciò. Due giorni dopo
Sam tornò. Ero alla
seconda bottiglia di whisky quando
lui entrò nel patio attorno
alla piscina e appoggiò il muso
sul mio ginocchio.
Vendetti la casa e
mi son trasferito lontano, lontano in
un altro paese. Non
tornai in Spagna per cinque
anni. Non son mai tornato
a vedere la nostra casa dei sogni.
Scrivo questa poesia
perché tre uomini che ho incontrato
oggi ad una caccia alla pernice
stavano parlando di un vecchio cinghiale
che aveva messo radici vicino alla nostra vecchia casa.
Dopo essermi presentato
mi dissero di Sam.
Avevano sparato a più di venti
dei suoi discendenti ma
nessuno era riuscito ad abbattere Sam.
Ho pianto. So che lui sta aspettando
che io torni.


DIPINTI AL CONFINE

Dato che la polizia non permetteva di fare foto,
chiesi ad alcuni bambini di dipingere immagini
della vita al confine.
Ma quando raccolsi gli acquerelli
non c’erano scene del campo. Nessuna veduta
delle montagne coperte di neve
in lontananza. Né scene
coi bambini che fanno
il gioco gitano del cavallo e del cocchiere.
Non c’erano neanche scene con
le madri zingare che stendono
il bucato sulle barricate
della polizia.
Le uniche scene dipinte da tutti i bambini
raffiguravano le loro case
in fiamme quattro anni prima.
Soldati in uniforme nera e mascherina da sci
che inseguivano gli zingari per strada.
Case in fiamme, macchine in fiamme,
cani morti sui prati
col sangue che scorreva come un fiume.
Quando chiesi al quindicenne Arton perché
non avesse dipinto il loro campo al confine,
fissò il suo disegno per qualche secondo
e disse:
“pensavo di averlo fatto.”


DOV’È MIA VITA?

Gli albanesi arrivano al campo
ogni giorno
cercando le cose
che hanno perso
durante la guerra:
cavalli, trattori, televisori, macchine, video.
Pensano che, solo perché
questo è un accampamento di zingari
tutte le loro cose siano qui.
Gli chiedo
dov’è la mia macchina?
Avevo una macchina, una casa,
mobili e arredamento nuovi
prima che il KLA* bussasse
alla mia porta
dicendomi
che avevo due minuti
per salvare la mia famiglia.
Guardano nella mia tenda.
Non ho nulla.
Solo i vestiti che indossavo
quando siamo sfuggiti dai nostri
vicini albanesi.
Loro stanno
cercando
i loro trattori.
Io sto
cercando
la mia vita.

_____________

* KLA: Kosovo Liberation Army , esercito di liberazione del Kosovo.