Nuova collaborazione Casa della poesia e il Fatto Quotidiano
04/04/2011

soglia-infinita Estratto

Soglia infinita Non il tipo di letteratura che è espressione individuale, brillante introversione o esibizione di un grido, è una poesia che fa della sofferenza e resistenza di molti, la credibile essenzaa della vita negli Stati Uniti oggi. Hirschman esplora l'amore, la vita nelle strade, la fame, l'essere senza tetto e la censura, con uno stile lirico diretto. Attivista profondamente impegnato, Hirschman scrive una poesia che è impertubabilmente politica, accesa di passione e humor.
soglia-infinita
Soglia infinita 1993 88-86203-01-2 184 Altre Americhe Bruno Gullì
10,00 €

Nessuno Stock

INTELUDIO UMANO

per Terry Garvin


Lei stava appoggiata
al muro vicino
all'Hotel Tevere con in mano
un bicchiere di plastica
quando iniziò a piovere.
Ho cercato una moneta, le sono
andato vicino
e l'ho fatta cadere nel bicchiere.
Cadde sul fondo
di un'aranciata.
Sono arrossito, ho guardato
i suoi occhi devastati e la pelle
e i capelli diventati prematuramente
grigi, e ho detto che
mi dispiaceva, che avevo pensato
avesse bisogno di soldi.
"Ne ho bisogno", rispose
e sorrise "Stavo
solo bevendo
qualcosa".
E restammo così
a ridere assieme
mentre guardavamo le gocce di pioggia cadere
sul lago d'arancia
sopra la moneta che affondava.

*

NELLIE

Dopo le urla, i colpi di cinghia - lei strillava - volavano cose,
le porte sbattevano, il pianto amaro,
dal pacchetto sottile, dopo aver spostato la carta delicata,
sollevava le calze trasparenti mojud
e vi faceva scorrere le dita,
sorridendo di nuovo piano come una ragazza.
Iniziava a cantare una canzone di Perry Como,
le piaceva Perry Como e cantava
la stessa canzone che lui cantava, tutto il giorno,
al Make-Believe Ballroom Time.
Poi, col reggiseno nero legato con una cinghia alle spalle
lentigginose, si sedeva sul letto, si metteva le calze,
si alzava e le abbottonava alla giarrettiera
che pendeva dal busto nero.
Una grinza di grasso le percorreva la vita, schiacciata
dal busto, diversa dai
tondi che uscivano gonfi dal reggiseno.
E le vidi un livido blu, l'ombra
della fibia della cinghia sulla coscia.
Però lei cantava di nuovo, e sul busto
metteva un paio di mutandoni rosa,
e per finire, poi, un abito bianco e marrone
a fiori che sembrava un'estate dorata.
I tacchi bianchi erano aperti alle dita e si vedeva
lo smalto sulle unghie. La bottiglia di smalto, le pinzette,
il rossetto, il rouge, la spazzola e la limetta erano
là sulla toletta che si guardavano allo specchio.
Le labbra nuotavano nella canzone di Como con battute rosso
rosate, culminando in luminosità splendente,
come il cammeo cereo di sua madre
sulla spilla nel cassetto.
Allungava la mano e diceva, "Vieni, caro..."
Camminavamo mano nella mano su e giù per la nostra strada al crepuscolo,
e i vicini gridavano:"Ciao, Nellie!" o "Buona sera,
Signora Hirschman", e "Ciao, Jackie. Mamma, come sei cresciuto!"