La scrittura ci ha portato lontano dall’origine nel giardino idilliaco di Tomaj dove gli amanti si trattengono e, anche se forse apparentemente ci troviamo ancora lì, è sempre più chiaro che ci siamo lasciati ingannare dal misterioso linguaggio poetico dal quale non si vede via d’uscita. Abbiamo dimostrato che dietro la leggerezza intimistica e vitalistica dello stile poetico di Osti si nascondono vortici ontologici magici che si ampliano in un labirinto infinito.
Josip Osti è bravissimo a rappresentare i complessi stati d’animo, i difficili quesiti esistenziali e le fantastiche visioni poetiche in un modo apparentemente semplice, talvolta persino documentario e aneddotico. Egli uguaglia i motivi fantastici e quelli concreti sullo stesso livello finzionale e quello dello stile poetico, che è apparentemente spesso realistico, e mi sembra che l’etichetta più adeguata della sua poesia potrebbe essere il realismo magico. Ma anche quella è, infine, solo un’etichetta e come tale priva di vitalità. E questo è dopotutto di poca importanza. È importante però rimarcare che Josip Osti, quando ha iniziato a scrivere le sue poesie in lingua slovena, ci ha donato un tesoro, un patrimonio che continueremo a scoprire.
- Igor Divjak