Nostalgia
L’uomo basso e tarchiato
che agita la frusta di ferro,
nel tempo libero
fa scorrere le dita
sui tasti di un pianoforte
ma niente più ci sorprende.
E così, dal primitivo Oriente
ritorniamo all’Occidente.
Lui ci aiuterà a risolvere i problemi dell’impiego:
i disoccupati muoveranno i carri armati,
o, vanga alla mano,
scaveranno fosse,
e la sera ascolteremo
Mozart e Schubert.
O mia terra, mia terra,
con ogni sandalo,
con ogni filo
dei miei pantaloni cachi,
io ti ho amata.
Potevo comporre
salmi a un’insalata
di cipolline e ricotta.
Ma ora, chi incontrerò
quando andrò a cena fuori?
I carcerieri di Gramsci?
Quale clamore si leverà
dalla finestra che dà sulla strada?
E quando tutto sarà finito,
mio caro, caro lettore,
su quali panchine dovremo far sedere
quelli fra noi che hanno gridato “Morte agli arabi!”
e quelli che dicevano di non sapere?
A un pilota
Pilota, la prossima volta
che voli sopra Jenin
con il tuo elicottero,
ricordati dei bambini,
e ricordati delle vecchiette
nelle case che bombarderai.
Spalma sui tuoi missili
uno strato di cioccolata,
e sforzati di fare centro.
Così che abbiano almeno
un ricordo dolce,
quando i muri crolleranno.
Pasqua
Invece di far bollire
pentole e piatti,
fregatevi il cuore
con lana d’acciaio.
Voi leggete l’Haggadah
come maiali, che
messi davanti a un tavolo
rovisterebbero nel piatto
in cerca di prezzemolo o gnocchi.
Ma la Pasqua, è più forte di voi.
Uscite fuori a guardare:
gli schiavi si stanno sollevando,
una mano coraggiosa
sta seppellendo il suo oppressore
sotto la sabbia.
Ecco il vostro Faraone
stupido e crudele,
che spedisce le sue truppe
con i carri da guerra,
ed ecco il mare della libertà
che li inghiotte.