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04/04/2011

crescere-per-essere-scrittrice-in-libano Estratto

Crescere per essere scrittrice in Libano "Growing Up to be a Woman Writer in Lebanon" è stato presentato al primo meeting della Associazione of Middle Eastern Women's Studies nel corso del convegno annuale della American Eastern Studies Association a Boston ed è stato pubblicato nell'antologia "Opening the Gates", Virago Press Londra, 1990.
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Crescere per essere scrittrice in Libano 1993 88 – 86203 – 02 – 0 20 Percorsi Raffaella Marzano
3,00 €
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La prima cosa che ricordo, la prima che la mia memoria ha conservato - il primo oggetto della mia archeologia privata - è una fontana di pietra circolare, bassa e fatta di quello che ora penso fosse pietra calcarea morbida. E quella fontana era vuota.
Forse vivevo in quella casa con il giardino e la fontana, o forse l’avevo visitata con mia madre. Ma è lì con una chiarezza singolare e ossessionante.
Ricordo molto bene la casa, quella in cui mi vedo da bambina, una grande vecchia casa, con grandi finestre, tendine di merletto, un portafiori dipinto di verde con felci o altre sempreverdi nei vasi, e un giardino con un muro alto che divideva il suo territorio da quello della strada. Era a Beirut. Ricordo luce tutt’intorno, ricordo che la casa era fredda, con il mio letto nella camera dei miei genitori, e una cucina che aveva una porta dall’altro lato dello stesso giardino. Ricordo i fiori con la stessa chiarezza con cui ricordo mia madre e la sua gatta. Bijou era la nostra gatta e partoriva gattini regolarmente.
Ero figlia unica e mi sembrava di vivere in un posto magico. Mi piaceva. Avevo spazio per correre, avevo luoghi da occupare. C’erano quattro stanze, ciascuna con una personalità diversa, e io potevo essere una persona diversa in ognuna di esse. Una stanza era esposta al sole e mio padre era solito usarla per radersi. Aveva la luminosità del sole. Il sole era qualcosa di reale che entrava attraverso le finestre. Aveva vita. Saltava giù dagli specchi delle alte credenze. La stanza da letto era più fredda. La sua luce era distribuita più uniformemente nell’arco di tutto l’anno. La terza era ben arredata ma io non ci andavo spesso. Mia madre era solita chiuderne la porta. La quarta non veniva usata. Aveva una finestra interna che dava nel soggiorno. Era scura, quasi nera, e riservata alla gatta quando doveva avere i gattini. Nessuno aveva bisogno di quella camera...
(...)

Etel Adnan