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04/04/2011
Muhípiti
Per Te, con L’Isola
A Rui Knopfli


È dove depongo tutte le armi. Una palma
armonizza il nostro sogno. L'ombra.
Dove io stesso sto. Lentamente e nudo. Sulle
onde eterne. Dove non sono mai stato e gli angeli
giocano alla barche con libri come mani.
Dove abbiamo mangiato l’acido ultimo germoglio
delle inutili retoriche. È dove siamo inutili.
Puri oggetti naturali. Una palma
di missangas come il sole. Cantando.
Dove la notte l’Isola raccoglie tutti gli istmi e mareggiano le voci.
La statuaria negli inguini.
Sgorga. Maconde non pietrificata.
È dove sto in questa poesia e non sono mai stato.
Il tuo nome che grido mentre rido del nome.
Del mio nome annullato. Le voci che ti annunziano.
E mi perdo. E sono nudo. Lentamente. dentro il corpo.
Una palma si apre verso il silenzio.
E dove conosco la mascella che sanguina. Dove i leopardi
naufragano. Il tempo. La sigaretta che mitraglia
nei polmoni. La terra inzuppata. Sgorga. Rossa.
È dove mi confondo in te. Un ragazzo piegato
sotto il peso di essere uomo. Una palma in azzurro
inumidito sulla fronte. La memoria dell’infinito.
Il riposo che interroga se stesso. Ascolta.
La ronda e nessun aereo è partito. È dove siamo.
Dove gli uccelli sono uccelli e tu dormi.
E io vago in singhiozzi di sillabe. Dove
fuggo da questo poema. Una palma di fuoco.
Nell’isola. Incendiando il nostro nome.
Livia Apa