Nuova collaborazione Casa della poesia e il Fatto Quotidiano
04/04/2011

La Signora di Ur Poesie

La Signora di Ur La Señora de Ur
Sono il museo più antico del mondo
e mi hanno appena saccheggiato.
Hanno bruciato i miei libri.
Hanno gettato la mia faccia contro il pavimento.
Sono la donna nella foto
sotto il tiro del fucile.
Sto buttata in terra,
le mie mani ammanettate dietro.
Vogliono ciò che nessuno può dare.
Alessandro Magno non ambì al petrolio.
Elogiava le mie pesche
quando gli orti tra i miei fiumi
erano già molto antichi.
Sono il Giardino.
La prima donna e il primo uomo.
Madre della Scrittura.
La prima legge.
La prima città.
Sono il luogo in cui tutti andavano.
L’alba e il punto di partenza.
Io inventai il pane.
Creai il grano.
La lana, il vino, il miele.
Sono arco e volta,
cera perduta della fusione.
Canto di tutti i canti.
Io ero la Fede.
Sono tutte le religioni.
In tutte le guerre mi hanno violentato.
Dai miei seni strapparono i miei figli.
Sto stesa sulle mattonelle.
Sono la Terra.
Per ore
da quando mi sono svegliata
sono stata a guardare
il rosso dei mosaici.
Ora ricordo di dove sono.
Sono la sete.
Ecco vengono.
Sento l’eco dei loro stivali.
Soy el museo más viejo del mundo
y me acaban de saquear.
Han quemado mis libros.
Estrellaron mi cara contra el piso.
Soy la mujer en la foto
a quien apunta el fusil.
Estoy tirada en el suelo,
mis manos esposadas atrás.
Quieren lo que nadie puede dar.
Alejandro Magno no ambicionó el petróleo.
Él alababa mis duraznos
cuando las huertas entre mis ríos
eran ya muy antiguas.
Soy el Jardín.
La primera mujer y el primer hombre.
Madre de la Escritura.
La primera ley.
La primera ciudad.
Soy el lugar a donde todos iban.
El alba y el punto de partida
Yo inventé el pan.
Creé el trigo.
La lana, el vino, la miel.
Soy arco y bóveda,
cera perdida de la fundición.
Canto de todos los cantos.
Yo era la Fe.
Soy todas las religiones.
En todas las guerras me han violado.
De mis senos arrebataron a mis hijos.
Estoy tirada en las baldosas.
Soy la Tierra.
Durante horas
desde que me desperté
he estado mirando
lo rojo de los mosaicos.
Ya me acuerdo de dónde soy.
Soy la sed.
Ahí vienen.
Oigo el eco de sus botas.
Raffaella Marzano