Nuova collaborazione Casa della poesia e il Fatto Quotidiano
04/04/2011

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Nel cuore del cuore di un altro paese 2010 120 «Sono allo stesso tempo un'americana ed un'araba e a volte queste identità sono in conflitto una con l'altra, non tutti i giorni, neanche spesso, ma di tanto in tanto divento una montagna squassata da un terribile terremoto.» Un libro straordinario di una scrittrice straordinaria, la più importante della diaspora araba ed icona dell'emancipazione femminile. 88-86203-57-8 Altre Americhe Raffaella Marzano, Sergio Iagulli Raffaella Marzano Dopo lo straordinario “Viaggio al Monte Tamalpais" la Multimedia edizioni / Casa della poesia, propone un altro piccolo capolavoro della grande scrittrice. La Adnan nata a Beirut nel 1925 da padre siriano mussulmano e madre greca di religione cristiano-ortodossa, ha studiato a Parigi e ad Harvard ed ora vive tra Parigi e Sausalito in California. Poetessa, scrittrice, pittrice, scrive in francese e inglese, ma afferma di dipingere in arabo. Cresciuta in uno stimolante universo a cavallo tra Est ed Ovest è diventata una delle più importanti scrittrici contemporanee, un riferimento della cosiddetta diaspora araba e una pioniera del processo di emancipazione femminile.
Il libro è una raccolta di 7 scritti, pubblicati in epoche diverse, in diverse riviste letterarie e ancora più di altri libri di Etel conserva una struttura a frammenti, costruendo dei veri mosaici poetici. In questa raccolta attraversa liberamente i confini dei generi letterari proseguendo la sua narrativa autobiografica.
Nella prefazione al libro, scrive Etel Adnan: «Contrariamente a quanto di solito si crede, non sono le idee generali e il maestoso dispiegarsi di grandi eventi che si fissano maggiormente nella mente in tempi di grandi sconvolgimenti storici, ma piuttosto, è il flusso ininterrotto di piccole esperienze, osservazioni, fastidi, piccole estasi, o scoraggiamenti appena percettibili che costituiscono la banale vita quotidiana ».
E ancora, spiegando una delle ragioni dello stile frammentato e a brevi capitoli:
«Devo confessare di aver sempre sentito una particolare attrazione per i paragrafi, specialmente quando sono intitolati da una sola parola. C'è una ragione personale: nelle piccole classi della scuola che frequentavo da bambina, di solito le giornate non erano né noiose né eccitanti. Semplicemente passavano. Era la routine, interrotta dagli intervalli regolari della ricreazione, i soli momenti che aspettavo con ansia. Ma ci fu, per una serie di anni, qualcosa di molto speciale, indimenticabile, il cui ricordo ancora mi colpisce: il compito in classe di composizione, ogni settimana. La nostra insegnante, una suora della scuola elementare cattolica, ci dava alcune parole con le quali dovevamo comporre una frase. Il piacere nello scrivere, provato intensamente in quei giorni, resta come il ricordo di una droga, che all'improvviso ritorna mentre lavoro; ed a volte possono passare mesi o anni prima che riaccada ancora come allora. Quando dovevamo scrivere una frase basata su una sola parola, ero capace di scrivere un intero paragrafo o anche più.
Ricordo con incredibile chiarezza la mia sensazione, uno stato di trance. China sul banco di legno, la testa quasi toccava la superficie, scrivevo le frasi di getto, ipnotizzata. Ancora sono in cerca di momenti come quelli in cui c'è una specie di "giustezza", come quella che sentono i marinai quando raggiungono quel momento estatico della loro velocità di crociera, in cui il calmo veleggiare sul mare si fonde con il desiderio e diventa rivelazione pura ».
E poi raccontando il suo essere:
«Sono allo stesso tempo un'americana ed un'araba e a volte queste identità sono in conflitto una con l'altra, non tutti i giorni, neanche spesso, ma di tanto in tanto divento una montagna squassata da un terribile terremoto. »

Un libro straordinario, assolutamente da non perdere!
POSTO
Dunque ho solcato i mari e sono venuta …
a B …


una città sul mare, in Libano. Sono passati diciassette anni. La mia assenza è stata un esilio da un esilio. Sono una di quelle persone che fanno sempre quello che fanno gli altri … ma con qualche settimana di anticipo. Un pesce in un mare caldo. Non una casa per riparo, ma un letto, di casa in casa, e i vestiti sgualciti su un solo scaffale. Sono in cerca di amore.

TEMPO
A Beirut c’è una stagione e mezza. Spesso, l’aria è immobile. Mi alzo la mattina e respiro a fatica. L’inverno è umido. Mi fanno male le ossa. Ho un vicino che sputa sangue quando alla fine piove.

LA MIA CASA
Quando ero bambina, mio padre costruì una casa vicino alla scuola tedesca così avrei potuto andarci. La scuola si trasferì mentre lui stava finendo il tetto. Da allora la mia proprietà è stata data in affitto al prezzo più basso in città. Le leggi non mi consentono di mandar via gli affittuari. Comunque ho paura delle case come ho paura delle tombe.

UNA PERSONA
L’altro mio vicino (di vicino in vicino coprirò il mondo) vende uccelli. E gatti. Una volta è nato un gatto siamese, ed era veramente siamese: aveva due teste, quattro orecchie, due corpi, due set di quattro zampe, due code. Il mio vicino ha in vendita una scimmietta, che è cresciuta negli ultimi diciassette anni e mezzo. Il negozio sta di fronte a un giornalaio che è fallito. Da allora, tutte le finestre sono chiuse.

FILI
Sono pochi, e, dato che non ci sono alberi a Beirut, i pali dei fili sono geometrici simulacri morti degli alberi. Archetipi morti. Per quanto riguarda gli uccelli, i cacciatori libanesi li hanno uccisi tutti. Ora stanno uccidendo anche gli uccelli siriani.

LA CHIESA
Abbiamo chiese, moschee e sinagoghe. Tutte ugualmente vuote di notte. Nei fine settimana, molte mosche abbandonano i loro giardini. La gente entra.

LA MIA CASA
Dovrei dire il mio lato del letto. Mezzo letto diventa una grande casa di notte. I miei sogni hanno il potere di espandere lo spazio e mi fanno vivere nelle più grandi magioni. Durante il giorno non importa. Ci sono molte strade, pochi residui marciapiedi, e, sì, i Café Express nei quali mi trasferisco braccata dai ricordi.


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Adnan Etel
Etel Adnan è nata a Beirut, Libano, nel 1925, da padre siriano mussulmano e madre greca cristiana. “Beirut e Damasco” ha detto in una intervista a Margot Badran, “paesaggi della mia infanzia, rappresentavano due poli, due culture, due mondi diversi, ed io li amavo entrambi”.
Frequentò una scuola presso un convento cattolico di suore francesi fino ai 16 anni. Lo scoppio della guerra interruppe "i suoi studi e iniziò a lavorare per il French Information Bureau. Tre anni dopo, si iscrisse alla Scuola Superiore di Lettere aperta da poco a Beirut. Insegnò per due anni presso l’Ahliya School for Girls. Nel 1950, andò a Parigi per studiare filosofia alla Sorbona. Cinque anni dopo si trasferì in America dove studiò a Berkeley e Harvard. Fra il 1959 e il 1972, insegnò filosofia al Dominican College a San Rafael, California.
La Adnan è poetessa, scrittrice e pittrice. Afferma di dipingere in arabo e alcuni suoi testi sono illustrati non solo con disegni, ma anche con segni e scoppi all'interno del testo stesso. In Apocalypse Arabe, ogni segmento del bellissimo poema è punteggiato da segni che intrecciano, sul testo, spesso denso, un sistema di significato: scrive STOP, ma la freccia indica avanti, avanti. Tornata in Libano nel 1972 ha lavorato come editore letterario del quotidiano di Beirut, L’Orient-Le Jour. Nel 1976 lasciò il Libano. Vive oggi tra Parigi e Sausalito, California.
Nei venti anni seguiti alla pubblicazione del suo primo volume di poesie, "Moonshots" (Beirut 1966), la Adnan ha pubblicato libri in inglese e francese di cui due in prosa: "Sitt Marie Rose" (Parigi 1978, tradotto in inglese, tedesco, olandese, arabo e in italiano nel 1979, Edizioni delle donne) e nel 1986 il saggio nella tradizione di Siddharta, "Journey to Mount Tamalpais" (Sausalito 1986). Nel 1985 a Parigi il saggio sull’artigianato in Marocco "L’artisanat créateur au Maroc". Le sue collezioni di poesie comprendono "Five Senses for One Death" (New York 1971), "Jebu et l’Express Beyrouth-Enfer" (Parigi 1973), "L’Apocalypse Arabe" (Parigi 1980, Sausalito 1989), "Pablo Neruda is a Banana Tree" (Lisbona 1982), "From A to Z" (Sausalito 1982), "The Indian Never Had a Horse and Other poems" (Sausalito 1985), "The Spring flowers own and The manifestations of the Voyage" (Sausalito 1990). Sempre dalla Post-Apollo Press "Paris, When it’s Naked" (1993) e "There" (1997).
Inoltre Etel Adnan ha scritto i testi per due documentari di Jocelyn Saab sulla guerra civile in Libano, trasmessi in televisione in Francia, in molti paesi europei e in Giappone; la parte francese dell’opera in più lingue "Civil warS", di Robert Wilson, prodotta a Parigi e Lione nel 1986; un film (non realizzato) su Calamity Jane in collaborazione con Delphine Seyring.
Recentemente è stato realizzato un’opera musicale con le sue "Love poems".
Il suo ultimo libro "In the Heart of the Hearth of Another Country" (2005) è pubblicato dalla City Lights Books di San Francisco.
In Italia ha pubblicato per la Multimedia Edizioni "Viaggio al Monte Tamalpais", la breve ma intensa biografia "Crescere per essere scrittrice in Libano" e nel 2010 "Nel cuore del cuore di un altro paese".
Inoltre per Jouvence "Ai confini della luna", per Semar "Apocalisse Araba".
Diverse poesie di Etel Adnan sono state messe in musica, ad esempio da Gavin Bryars ("Adnan Songbook) e da Zad Moultaka ("Nepsis").
Ha anche scritto due opere teatrali: "Comme un arbre de Noël" (sulla guerra del Golfo) e "L'actrice", che è stata rappresentata a Parigi nel marzo del 1999.
È considerata una delle più importanti scrittrici della diaspora araba.

Ha partecipato fin dall'inizio alle pubblicazioni della Multimedia Edizioni e ai vari progetti di Casa della poesia e in occasione della pubblicazione del suo "Nel cuore del cuore di un altro paese" è stata ospite della "casa dei poeti", la casa-alloggio di Casa della poesia.
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