Nuova collaborazione Casa della poesia e il Fatto Quotidiano
04/04/2011

il-ragazzo-e-il-cervo

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Il ragazzo e il cervo 2002 80 "Tomas Salamun è un mostro?" Sicuramente è una persona fuori dagli standard della corporazione, generosa, galante, capace di witz e di slanci mistici del tutto privi di affettazione, che cammina e si muove elegantemente come i veneziani del tempo di Lord Byron. Le sue capacità linguistiche sono tremendamente acuite dalla curiosità e da una pietà sensuale per le immagini. (Edoardo Albinati). Una raccolta di uno dei più grandi poeti contemporanei. 88 – 86203 – 36 – 5 Poesia come pane Darja Betocchi Giocose e incombenti, meditative e declamatorie, queste poesie affermano lo status di Salamun come uno dei più importanti poeti dell’Europa centrale.
– The New Yorker

Una poesia che picchia, che palpita, malinconica, voluttuosa. Che fa “gelare il sangue dei fiori e sconvolgere l’armonia”
– Nicole Zand, “Le Monde des livres”

“Tomas Salamun è un mostro?” Sicuramente è una persona fuori dagli standard della corporazione, generosa, galante, capace di witz e di slanci mistici del tutto privi di affettazione, che cammina e si muove elegantemente come i veneziani del tempo di Lord Byron. Le sue capacità linguistiche sono tremendamente acuite dalla curiosità e da una pietà sensuale per le immagini.
– Edoardo Albinati, Nuovi Argomenti
IO

Io, per cui Lubiana conosce due ere, l’antidiluviana
e quella dopo Šalamun, sono allegro, arabeggiante, perciò subito vi chiedo
di perdonarmi il primo verso.
Saranno di scena la patria, le donne, pane d’ogni genere e lingua,
french dreams, premi nazionali e agavi.
Might even Zoran Kržišnik come on the scene,
la nonna, i cappelli della nonna
e la mia seria convinzione che il signor Bucik è un pittore senz’altro migliore
di Jakopiè, poiché ha ritratto mia mamma.
Ciò che la signora Hribar ha detto del mio ex superiore, riguardo al modo in cui
statalizzò l’industria:
he was polite, absolutely charming, con occhi rifulgenti
di scopate e comunismo allo stesso tempo e Izidor Cankar gli
voleva tanto bene.
I’ve no complaints.
E certi mirabolanti dettagli della mia vita
underground, che vi faranno rimanere a bocca aperta, wow!
perché a trent’anni ormai ho imparato
ad amare tutto e tutti. Groppi in gola non ne ho.
Ho una racchetta, aria per respirare, una goffaggine che mi
salva l’anima e uno stile brillante e Maruška e Anna e gli amici
con cui vado a letto, il mio corpo e la poetry.
E anche tremendi dolori, che prendo a calci come
faccio col bidone del latte.
Kardelj, al quale perdono ogni cosa per quella speranza di
una megaLubiana da un milione e mezzo d’abitanti,
tutti irresistibilmente attratti dal socialismo.
Giudichiamo l’uomo dai suoi sogni.
Rospi, miele, luna, salici, Spalato, il Baltico, détériorer
né sia mai detto che tralascerò il nostro viaggio da Cracovia
a Danzica.
Il capotribù ti assolda uno spintonatore, corrompe l’addetto alla composizione
dei vagoni ed ecco che la famiglia pernotta tranquilla in prima classe,
si sveglia col sole a settentrione,
con la sabbia, le anseatiche, nibbi e aquile
e poi prosegue ad arco fino alle Alpi.
Dove nuotavamo, chatting with efendis, Yiddishe mamas,
dove cantavamo?
Da menzionare, assolutamente, il giardino della signora Nardelli e la sua Buick
scassata,
come mi ha ferito il colloquio con Hewitt, il chairman
di John Deer, che fece colazione con Tito offrendogli trattori
a prezzi da usuraio.
Lui a insistere con la sua stima incondizionata di Jagoda Buič, e che
nel 1880, quando prende avvio la sua storia, fino ai trent’anni
si girava rapati, poi invece coperti di pelo.
E,
il mio carissimo amico di cui non posso pronunciare
il nome, il Dzoran, viene da lui?1
Sure, but non for fuck lady, not for fuck
ma cosa diavolo combina questo san bernardo bianco, piscia?
Pino Pascali, belva infuocata, navi
Second Avenue, mito, Third Avenue, light,
dove sei mio dashiki?
E includere mi raccomando San Domenico di Taormina, e come
mi insozzai parlando di lui con Roy
McGregor Hasti, un fascista,
come io e Tomaž Brejc lanciammo qualche bomba a Roma
e poi via a rotta di collo ché c’era la pula,
come riuscimmo a gridarci in extremis: se ci beccano, invocare
l’ambasciata, se invece fila tutto liscio alle nove di sera da
Ivo, a Trastevere.
E lui disse tu sei un disgraziato d’italiano ed erano
le cinque e mezza di mattina alla Stazione Termini,
quando arrivò carico di libri, da cui
copiavo Jonas per la santa causa della rivoluzione
e minacciavo di ucciderlo.
Da allora volo in aeroplano e guardo la terra.
Da allora ho il Social Security Number e sono
un rinnegato.
Il più grande poeta slavo. Right.
Šalamun Tomaž
Tomaž Šalamun (Zagabria, 4 luglio 1941) è uno dei più importanti poeti sloveni contemporanei, e uno dei maggiori esponenti della poesia modernista europea della seconda metà del Novecento.
È nato a Zagabria, capitale della Croazia, da genitori sloveni che erano emigrati negli anni trenta dalla Venezia Giulia italiana per sfuggire alla persecuzione fascista. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, la famiglia di Šalamun si trasferì in Slovenia, dapprima a Lubiana e in seguito a Capodistria, dove Tomaž trascorse la maggior parte dell'infanzia. Frequentò i licei di Capodistria, Lubiana e Mostar, per iscriversi, nel 1960, alla Facoltà di Lettere dell'Università di Lubljana. Si dedicò allo studio della storia dell'arte, ma un incontro con il poeta Dane Zajc lo spinse nella via della creazione poetica.
Negli anni sessanta ha partecipato a vari movimenti studenteschi; nel 1964 fu imprigionato a causa di un articolo nella rivista "Perspektive", in cui criticava la politica culturale del regime comunista jugoslavo. Fu rilasciato dopo una settimana graze alla protesta di alcuni importanti intellettuali sloveni dell'epoca, vicini al regime. Nello stesso tempo conobbe il poeta e dissidente politico Edvard Kocbek che lo influenzò nella ricerca di un'espressione poetica autonoma.
Nel 1966, pubblica il suo primo volume di poesie, intitolato "Poker", nel quale rompe con la tradizione poetica slovena (il primo poema del volume inizia con il verso che sarebbe poi diventato famoso: "Utrudil sem se podobe svojega plemena in se izselil" - "Mi sono stancato dell'immagine della mia tribù e sono andato in esilio."). Il volume riscosse un immediato successo tra le giovani generazioni non solo in Slovenia, ma anche in altre parti dell'allora Federazione Jugoslava. Dall'altra parte, Šalamun fu duramente criticato ed accusato di "nichilismo", "decadentismo" e "individualismo distruttivo".
All'inizio degli anni settanta, cominciò a collaborare con il gruppo artistico avanguardista sloveno OHO (al quale faceva parte anche il noto filosofo Slavoj Žižek). In questo contesto, visitò gli Stati Uniti su invito del Museum of Modern Art di New York. L'esperienza americana produsse un forte impatto in Šalamun, come anche i due anni di vita in Messico (tra il 1979 e il 1981), dove conobbe la letteratura latinoamericana contemporanea.
Dalla fine degli anni settanta, ha partecipato più volte al prestigioso Iowa Writers' Workshop.
Tra il 1996 e il 1997 è stato attaché culturale presso il consolato della Repubblica Slovena a Nuova York.
In seguito si è stabilìto a Lubiana, dove vive con la moglie Metka Krašovec. Da diversi anni tieni corsi di scrittura creativa negli Stati Uniti.

Con Casa della poesia ha preso parte a "Il cammino delle comete" nel 2002, a Napolipoesia sempre nel 2002, a Salernopoesia nel 2004, agli Incontri internazionali di poesia di Sarajevo nel 2010.

Tomaž Šalamun ha lasciato la vita terrena il 27 dicembre 2014.
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